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Safety/it piante
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Delta Coy Health and Safety Department
Piante |
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ACONITO |
Aconitum napellus (fam. Ranunculaceae)
Caratteristiche:
120 cm, perenne erbaceo; robusta radice nera; foglie verde brillante, palmate, profondamente tagliate in 5 lobi principali, ognuno dei quali è profondamente diviso e dentellato; 5 sepali petaloidi blu che formano un cappuccio; fiori pelosi a forma di casco in un racemo che compare in giugno; involucro con molti semi.
Habitat:
cresce selvatico in luoghi ombrosi; anche coltivato nei giardini.
Parti velenose
tutte; secondo alcuni esperti è la più pericolosa delle piante.
Componenti veleno
alcaloidi che persistono anche dopo essicazione.
Effetti velenosi
mortali per persone e animali. I principali sintomi interni sono torpore seguito da paralisi delle estremità inferiori e poi superiori, la mente rimane lucida; il respiro diventa difficile, il polso lento, irregolare, debole; la morte sopravviene improvvisamente. Strofinato sulla pelle produce torpore e prurito. Le radici sono simili a quelle del rafano; le foglie a quelle del prezzemolo. la radice è la parte più pericolosa e la massima tossicità delle foglie si riscontra prima della fioritura. L'avvelenamento causato dalla pianta selvatica è raro.
Usi tradizionali
ai tempi degli antichi greci, nell'isola di Ceos, ci si liberava dei vecchi ammalati obblicandoli a bere un infuso di aconito.
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AGRIFOGLIO |
Ilex aquifolium (fam. Aquifoliaceae)
Caratteristiche
arbusto o albero che raggiunge i 12 metri; lucide foglie se verdi dentellate con punte a spine e rigidi margini curvi; fiorellini bianchi visibili in aprile-giugno; il frutto è una bacca rossa.
Habitat
cresce nei boschi e lungo le siepi. Comune. Spesso coltivato. (Ibridi orticoli, anche a foglie variegate).
Parti velenose
bacche
Componenti velenosi
ancora da identificare.
Effetti velenosi
violentemente emetico e purgativo. Non mangiare le bacche.
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BELLADONNA |
Belladonna atropa (fam. Solanaceae)
Caratteristiche
150 cm., perenne; pianta erbacea; spessa radice polposa; robusto gambe annuale ramificato; foglie verde scuro, a coppie ineguali; fiori solitari rosso marrone opaco, visibili in giugno-agosto; bacche verdi, poi rosse e infine lucide e nere, grandi come ciliegie.
Habitat
cresce qua e là, nei boschi e luoghi ombrosi.
Parti velenose
tutte.
Componenti velenosi
alcaioidi che sopportano essiccazione e bollitura.
Effetti velenosi
fatali, specialmente nell'uomo. I sintomi principali sono pelle secca arrossata, pupille dilatate, bocca asciutta, grande eccitazione e delirio. La morte proviene da deficienza respiratoria. I bambini sono particolarmente tentati dalle bacche: solitamente ne occorrono 20-30 per provocare la morte ma può bastare solo mezza bacca. Tutte le parti, però, sono pericolose per l'uomo, in particolare le radici e i semi; il pericolo aumenta con la vecchiaia della pianta. Il bestiame. acquista tolleranza e l'avvelenamento è raro anche quando la pianta cresce in abbondanza. I conigli possono mangiare la pianta impunemente e perciò se ne controllava la diffusione prima che la mixomatosi ne riducesse il numero. Sembra che la carne dei conigli che si nutrivano di belladonna fosse tossica per i consumatori.
Usi tradizionali
la pianta è stata usata per il veleno fin dai tempi antichi. E' ancora usata in campo medicinale come impiastro, linimento e pomata per uso esterno, e come antispasmodico per uso interno.
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BERRETTA |
Caratteristiche
180 cm, arbusto; gambo fittamente ramificato; foglie finemente seghettate, a coppia variabili in colore dal verde al rosso; fiorellini verdastri con 4 sepali e petali, disposti a 3 o 5 insieme su brevi steli che sorgono dalle ascelle delle foglie, visibili in giugno-luglio; capsula rosso brillante con 4 lobi, ognuna con un solo seme e coperto da un arillo giallo arancio.
Habitat
cresce nei boschi e lungo le siepi. Comune. Varietà coltivate.
Parti velenose
corteccia, foglie e frutti.
Componenti velenosi
ancora da identificare.
Effetti velenosi
nell'uomo, vomito e diarrea fino a 12 ore dopo l'ingestione frutto e poi perdita di conoscenza. Nel bestiame, potente purgante. Benché sia considerato velenoso, si conoscono pochi casi di intossicazione. I bambini sono particolarmente attratti dalle bacche e gli animali consumano le foglie, che sembrano essere meno dannose dopo la fruttificazione.
Usi tradizionali
il legno duro era usato per fare aghi da cucito, spiedi e grucce dagli zingari.
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CICUTA ACQUATICA |
Caratteristiche
120 cm, perenne; radice spessa polposa bianca con succo giallo; gambo robusto cavo e ramificato; insieme di foglie, lunghe e sottili con dentellature ineguali; fiori bianchi in ombrelle; non ci sono brattee sull'ombrella principale; fiori visibili in luglio-agosto; frutti con nervature prominenti.
Habitat
cresce in prossimità di laghi, fossi e paludi, distribuzione locale.
Parti velenose
radici, foglie e fiori.
Componenti velenosi
resinosi, non distrutti dall'essiccazione.
Effetti velenosi
gravi, nella metà dei casi fatali. I sintomi principali sono nausea, delirio e convulsioni, seguiti da morte per asfissia. La morte sopravviene rapida se se ne è consumata una grande quantità. Le radici sono state scambiate per pastinache e le piccole radici tuberose per patate. Gli animali ne consumano all'inizio di primavera prima che sviluppi un forte odore. Si ritiene che la maggior quantità di ingrediente tossico si trovi a fine primavera e tardo autunno.
Usi tradizionali
è nota come origine di veleno da molti anni, ma non è sempre distinta con cura dal Conium maculatum.
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CICUTA MAGGIORE |
Caratteristiche
150 cm, biennale o perenne; rizoma; liscio gambo cavo e rotondo, lucido con macchie purpuree irregolari; insieme di foglie lucide verde scuro, profondamente divise in segmenti; fiorellini bianchi in ombrelli di 5-10 raggi visibili in giugno-luglio; piccoli frutti giallo verde con spigoli ondulati.
Habitat
cresce sul terreno incolto e vicino a corsi d'acqua. Comune.
Parti velenose
tutte, specialmente le foglie giovani e i frutti acerbi.
Componenti velenosi
alcaloidi distrutti dall'essiccazione e dalla conservazione.
Effetti velenosi
infiammazione degli organi digestivi, vomito e diarrea, respirazione lenta, polso rapido tendente a rallentare, confusione mentale, convulsioni e coma. La morte è dovuta a insufficienza respirazione lenta, polso rapido tendente a rallentare, confusione mentale, convulsioni e coma. La morte è dovuta ad insufficienza respiratoria. Si conoscono frequenti casi di avvelenamento perché la pianta era stata confusa con prezzemolo e i semi con anice. E' pericoloso che i bambini si servano dei gambi cavi come cannelli per soffiare. telescopi o altro. Quando è giovane, la pianta contiene la maggior quantità di principio attivo ed è a questa fase che attira particolarmente il bestiame. Più avanti, sviluppa un forte odore sgradevole e diventa ruvida e meno gustosa, mentre i principi attivi passano nei frutti. La pianta contenuta nel fieno non è molto pericolosa perché i componenti sono distrutti dall'essiccazione.
Usi tradizionali
una bevanda fatta con questa pianta è responsabile della morte di Socrate. Opportunamente preparato, il suo estratto era usato per scopi medici e veterinari, servendo da sedativo e narcotico. Ben cucinata, è stata mangiata come verdura.
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DAFNE OLIVELLA |
Caratteristiche
arbusto fino a 120 cm; scarsamente ramificato con il grosso gambo segnato dalle cicatrici delle foglie cadute; foglie lucide sempreverdi, oblunghe, appuntite, robuste, raggruppate alla fine dei rami; fiori verde giallastro in cime che sorgono dalle ascelle delle foglie, visibili in febbraio-maggio; bacche nero bluastro
Habitat
cresce selvatico in terreni boscosi calcarei.
Parti velenose
tutte, specialmente corteccia e bacche.
Componenti velenosi
glioside cumarina e una resina non distrutta da essiccazione e conservazione.
Effetti velenosi
gravi. I sintomi principali sono come quelli della D. mezereum. Le bacche sono pericolose per i bambini ma si dice siano più acri della D. mezereum. Gli animali sono raramente avvelenati a causa del sapore, ma la pianta è un pericolo potenziale per loro.
Usi tradizionali
decotti della corteccia sono stati usati contro i vermi per le loro proprietà lassative; si diceva curassero anche alcune malattie della pelle e reumatismi.
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DAFNE |
Caratteristiche
arbusto di circa 160 cm.; fiori dal rosa al purpureo compaiono in febbraio-aprile prima delle foglie, i fiori spesso crescono a 3, coprendo quasi i rami a verga; foglie a forma di pera appaiono in ciuffi alla fine dei rami dopo i fiori; bacche rosse quando sono mature, ciascuna con un solo seme.
Habitat
cresce selvatico nei boschi. Coltivato comunemente.
Parti velenose
tutte, in particolare corteccia e bacche.
Componenti velenosi
resina e glicosido cumarina. La tossicità non è distrutta dall'essiccazione e conservazione.
Effetti velenosi
gravi, spesso fatali. I principali sintomi causati dalle bacche, se ingerite, sono sensazione bruciante in bocca e stomaco con gonfiore di bocca e labbra. Se è mangiato in quantità sufficiente, produce delirio e collasso, seguiti da morte. Il contatto con la pelle può provocare vesciche. I bambini sono attratti dalle bacche simili al ribes rosso ma il gusto li scoraggia; 4 o 5 bacche causano serio malore. Generalmente gli animali sono respinti dal gusto forte, ma 3 bacche sono sufficienti per intossicare e anche uccidere un maiale.
Usi tradizionali
nella medicina popolare è stato usato contro il cancro.
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EDERA |
Caratteristiche
fino a 3 m di sviluppo, perenne; si arrampica per mezzo delle radici situate lungo il gambo; foglie sempreverdi spesse, lucide, palmate con 3 o 5 lobi, le foglie vicino ai fiori non sono lobate; fiori verde giallastro in ombrello, visibili in settembre-novembre; nere bacche lisce e rotonde.
Habitat
cresce su alberi, rocce ed edifici. Comune. Varietà coltivate.
Parti velenose
foglie e bacche.
Componenti velenosi
glicoside saponina.
Effetti velenosi
vomito e diarrea con depressione nervosa, gravi solo nei bambini. Le foglie possono causare dermatiti. I bambini sono stati attratti dalle bacche e gli adulti sono rimasti intossicati dalle foglie. Nel bestiame, anche piccole quantità di foglie sono considerate dannose ma gli animali sono stati avvelenati dai germogli.
Usi tradizionali
un infuso delle foglie era usato per curare contusioni. Si riteneva che la pianta avesse proprietà magiche: di tenere lontani gli spiriti maligni.
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FALSA VITE |
Caratteristiche
m. 2,80 circa, perenne con gambo annuale; si arrampica per mezzo di viticci; grande radice color pallido; foglie pelose a 5-7 lobi, il lobo centrale è il più grosso; fiorellini verdastri dioici visibili in giugno-luglio; bacche rosse quando sono mature, ciascuna contenente 6 semi.
Habitat
cresce lungo le siepi. Comune.
Parti velenose
radice e bacche.
Componenti velenosi
glicosido.
Effetti velenosi
i sintomi principali sono vomito e diarrea. Il succo latteo causa irritazione alla pelle. Le radici sono state confuse con pastinache o rape e le bacche, gradevoli agli occhi dei bambini, sono state mangiate. Si calcola che 15 bacche sarebbero fatali per un bambino e 40 per un adulto. Gli animali non sono normalmente attirati dalla pianta, ma se cominciano a mangiarne, particolarmente le radici, si abituano.
Usi tradizionali
fin dall'antichità la pianta è stata raccomandata per ogni tipo di malattia e si trovava nella bottega dell'erborista. L'estratto di brionia era un rimedio popolare per le malattie del fegato e della milza.
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GIGARO |
Caratteristiche
35 cm., perenne; grande rizoma tuberoso; lucide foglie verdi, talvolta macchiate di rosso; spata giallo verde, che si apre in maggio, contenente lo stelo del fiore; una colonna a forma di mazza; quando foglie e spata appassiscono, le ovaie si sviluppano in bacche, dapprima verde brillante, poi rosso vivo (a maturazione, in luglio).
Habitat
cresce sotto le siepi, nei boschi, nei fossati. Comune.
Parti velenose
tutte, particolarmente le bacche
Componenti velenosi
ancora da identificare, ma il principio responsabile è distrutto da essiccazione e calore.
Effetti velenosi
gastriti acute, vomito e diarree sostenute. Dermatiti per il succo acre. Ci sono pochi casi sicuri di avvelenamento e le informazioni sono poco concordi nell'indicare le parti responsabili. Le radici e le bacche hanno avvelenato bambini. Non si conoscono danni al bestiame, eccetto qualche caso di intossicazioni nei maiali, ma senza conseguenze letali.
Usi tradizionali
nella medicina popolare un infuso di foglie era somministrato contro la tosse e malattie di polmoni e stomaco. Le radici erano usate come medicina sotto il nome di Rhizoma Aronis e come fonte di amido erano usate nella preparazione dei cibi. L'amido era anche usato ai tempi della regina Elisabetta per irrigidire le gorgiere, ma questa pratica fu poi abbandonata, perché causava irritazione alle mani delle lavandaie. A causa della rassomiglianza dello spadice a un bambino nella culla la pianta era un tempo posta nella culla, perché si credeva proteggesse il bambino dai pericoli. Una leggenda, che si riferisce a molte altre piante, dice che la pianta cresceva ai piedi della croce del Calvario e che le gocce di sangue cadute sono l'origine delle foglie macchiate.
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GIUSQUIAMO |
Caratteristiche
1 m., annuale o biennale; grande radice spessa; gambo eretto peloso a rami; grandi foglie pelose a lobi, giallastre, senza stelo; fiori giallo verde, generalmente con vene purpuree, a forma di imbuto, in fila su un lato del gambo; compaiono in luglio-agosto; capsula globulare circondata dal calice che contiene semi a forma di rene.
Habitat
cresce su terreno incolto arido e sabbioso o su mucchi di spazzatura. Occasionale.
Parti velenose
tutte.
Componenti velenosi
alcaloidi che sopportano bollitura ed essiccazione.
Effetti velenosi
sono gli stessi dell'Atropa belladonna. Si sono verificati casi di morte per aver mangiato le radici al posto di cicoria o pastinache e i semi da parte di bambini. Gli animali ne sono restati avvelenati solo occasionalmente. Dato che la pianta non è molto comune allo stato selvatico e ha sapore sgradevole, l'avvelenamento è relativamente raro.
Usi tradizionali
considerata velenosa fin dall'antichità. Semi e capsule sono fumate come rimedio al mal di denti. Come estratto è usata soprattutto per alleviare spasimi del tratto urinario e per controbilanciare forti purgativi.
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LUPINO |
Caratteristiche
piante annuali e perenni; foglie digitate su lunghi steli con 5-9 foglioline coperte da peluria; fiori di vari colori sostenuti da brevi pedicelli in un racemo, visibili in luglio; baccello del frutto coperto da peluria contenente fino a 6 semi.
Habitat
raramente cresce selvatico; coltivato comunemente.
Parti velenose
tutte, particolarmente i semi.
Componenti velenosi
alcaloidi (fra i quali la lupiniana), non distrutti da essiccazione e conservazione.
Effetti velenosi
depressione respiratoria e diminuzione di attività cardiaca. La rassomiglianza dei baccelli a piselli attira i bambini. Negli animali, l'avvelenamento ha luogo quando il foraggio o il fieno vengono mescolati a certe specie di Lupino. Molte specie di Lupino, tuttavia, sono usate come cibo perché, se coltivate in particolari condizioni, non sono piante tossiche. La sensibilità al veleno varia da animale a animale, altrettanto i sintomi. Anche il grado di tossicità di una specie di Lupino cambia considerevolmente da anno ad anno, a seconda delle condizioni.
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MAGGIOCIONDOLO |
Caratteristiche
albero alto fino a 10 m; foglie trifogliate verde chiaro su lunghi steli; fiori giallo oro con 5 petali diseguali in dimensione, racemi pendenti dai rami, visibili in maggio-giugno; il baccello dei frutti ha persino 8 semi a forma di rognone che diventano marrone scuro quando sono maturi.
Habitat
cresce raramente selvatico; comunemente coltivato.
Parti velenose
tutte, particolarmente i semi e la corteccia..
Effetti velenosi
vomito, convulsioni ed eccitazione, coma e morte da insufficienza respiratoria. Questa pianta causa il maggior numero di casi di avvelenamento e morte nell'uomo attualmente. I bambini man giano i semi scambiandoli per piselli. Corteccia, foglie e fiori sono anche stati causa di avvelenamento. Pure gli animali restano avvelenati dal consumo dei baccelli caduti per terra, ma non si tratta di incidenti numerosi. Si dice che le foglie perdano un po' della loro tossicità quando maturano i frutti, ma il legno, la corteccia e le radici sono sempre tossici.
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MERCURIALE |
Caratteristiche
30 cm., perenne; rizoma rampicante; gambo eretto peloso se rami; foglie dentellate a coppia, minuti fiori verdi dioici, il fiore maschile si trova su lunghi racemi sottili, il femminile su infiorescenze più corte visibili in aprile-maggio; capsula a 2 lobi coperta di peli, contiene 2 semi bitorzoluti.
Habitat
cresce in boschi e luoghi ombrosi. Comune
Parti velenose
tutte.
Componenti velenosi
olio volatile, che perde la tossicità con l'età ed è distrutto da essiccazione o bollitura.
Effetti velenosi
grave irritazione gastrica con diarrea. C'è stato avvelenamento nell'uomo per aver mangiato le foglie come verdura. Benché alcuni esperti dichiarino che gli animali ne mangiano raramente, si conoscono incidenti e decessi fra la maggior parte delle classi di bestiame. Si ritiene che l'avvelenamento avvenga con più facilità all'inizio di primavera quando i giovani germogli sono mangiati malgrado il loro sapore sgradevole.
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PAPAVERO BIANCO |
Caratteristiche
1 m circa, annuale; gambo liscie; foglie bianco verde, lisce, divise asimmetricamente; fiori pallidi bianco verde con o senza petali macchiati alla base, che compaiono in maggio-giugno; capsule contenenti succo latteo, nel numero di 5-8 per ogni pianta.
Habitat
una varietà bianca con petali macchiati cresce selvatica in alcuna zone dell'Inghilterra. Altre varietà sono coltivate sotto controllo.
Parti velenose
tutte, in particolare le capsule acerbe.
Componenti velenosi
alcaloidi.
Effetti velenosi
gradevole eccitazione mentale con aumento di attività fisica seguita da sonnolenza e sete in aumento. Tutto ciò seguito da sonno profondo, pupille fisse, respiro lento e irregolare e polso debole.
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PAPAVERO |
Caratteristiche
45 cm, annuale; gambi pelosi a rami; foglie pinnate con peli irti; fiori scarlatti con 2 paia ineguali di petali che compaiono in giugno-settembre; capsula glabra, rotonda e succo latteo.
Habitat
cresce selvatico particolarmente in campi di grano. Comune.
Parti velenose
tutte.
Componenti velenosi
alcaloidi ma non gli stessi del Papavero da oppio.
Effetti velenosi
nel bestiame produce effetti simili a quelli del P. somniferum con disturbi intestinali in aggiunta. E' mortale solo se ingerito in quantità eccessiva
Usi tradizionali
i petali raccolti venivano usati per dare il colore rosso allo sciroppo di papavero usato medicinalmente.
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STRAMONIO |
Caratteristiche
1 m. circa, annuale; gambo ramificato, foglie glabre, a larghe dentellature di varie dimensioni e forma; fiori tubolari, singoli; bianchi o viola, situati al centro di un ramo biforcuto, calice con 5 denti appuntiti, corolla ripiegata con 5 lobi allargati visibile in luglio-settembre; capsula spinosa contenente numerosi semi neri rugosi.
Habitat
cresce su terreno coltivato o su mucchi di spazzatura.
Parti velenose
foglie, capsule acerbe e specialmente semi.
Componenti velenosi
alcaloidi, non distrutti da essiccazione e conservazione.
Effetti velenosi
come nell'Atropa belladonna. Molti incidenti gravi sono successi tra i bambini che sono particolarmente attirati dalle capsule. La pianta cresce piò diffusamente nelle estati calde e secche, ma si trova ovunque. Casi di bestiame avvelenato sono rari, ma sparsi in tutto il mondo.
Usi tradizionali
fin dalle prime pubblicazioni di medicina si conobbe la sua tossicità;. Fu felicemente adoperata in decotti per preparare veleni. Più tardi, dalle sue foglie veniva ricavato un "tè" per i disturbi asmatici. Ancora oggi le foglie sono usate per polveri e preparati medicinali per l'asma. Pozioni ed estratti liquidi e in polvere di Stramonium sono ancora usati in medicina.
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TASSO |
Caratteristiche
albero fino a 19 metri; il tronco diviene spesso nella vecchiaia; rami orizzontali; foglie sempreverdi lineari e brillanti, che crescono intorno a tutto il gambo ma che si estendono su un piano in 2 file opposte, verde chiaro sotto; piccoli fiori giallastri compaiono in marzo-aprile; le "bacche" rosso vivo contengono un solo seme.
Habitat
cresce selvatico sulle dune calcaree; anche coltivato.
Parti velenose
foglie e semi
Componenti velenosi
alcaloide non distrutto da esicazione e conservazione.
Effetti velenosi
vomito, diarrea, dolore addominale, delirio e convulsioni, rallentamento di attività cardiaca fino a cessazione completa. L'alacaloide e rapidamente assorbito dall'intestino e non irrita. L'irritazione dell'intestino è dovuat all'olio volatile presente. La morte è subitanea ed è rara la sopravvivenza dopo avvelenamento. Benchè la "bacca" matura sia particolarmente attraente per i bambini, è il seme che è letale; l'avvelenamento è comunque raro perchè la tossicità è nota e i genitori avvertono i figli. Gli animali possono mangiare tasso (i giovani germogli) in ogni epoca o quando il pascolo è scarso, perciò sono frequentemente avvelenati benchè si produca un certo grado di immunità.
Usi tradizionali
il legno duro era usato per fare archi e infatti le piante erano conservate a questo scopo e crescevano nei cimiteri, lontane da bambini e da animali al pascolo.
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VISCHIO |
Caratteristiche
parassita perenne, particolarmente dei rami di meli e piante caduche; piccolo arbusto con molti rami, gambo corto rotondo, corteccia giallo verde; strette foglie sempreverdi, di solito a coppia; fiori indistinti giallo verde, unisessuali, visibili in febbraio-aprile; bacche bianche con un solo seme.
Habitat
cresce come pianta nativa o coltivata. (Affonda le sue radici nella corteccia degli alberi).
Parti velenose
bacche.
Componenti velenosi
amine.
Effetti velenosi
gastroenteriti solo se mangiato in grande quantità. Si conosce solo un caso di morte in animale.
Usi tradizionali
era considerato utile per curare la sterilità e gli attacchi epilettici.
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VITALBA |
Caratteristiche
raggiunge i 30 metri di sviluppo, perenne; si arrampica per mezzo dei gambi delle foglie; foglie pinnate con 5 foglioline solitamente distinte e profondamente dentellate; fiori bianco verde che appaiono in giugno-luglio; quando sono maturi gli stili dei carpelli hanno lunghe code piumose.
Habitat
cresce lungo le siepi, nei luoghi selvatici, nelle zone boscose, su terreni calcarei. Comune. Varietà coltivate
Parti velenose
potenzialmente tutte.
Componenti velenosi
una sostanza assomigliante alla protoanemonina. Non resiste a essiccazione e conservazione.
Effetti velenosi
possono essere fatali se la pianta è presa per bocca. Il succo serve da violento purgante e provoca piaghe se è fregato sulla pelle. Ulcera che è provocata da masticazione delle foglie.
Usi tradizionali
come nelle specie di Ranunculus.
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